Antonio Panzeri, moglie e figlia fermate. La casa di famiglia a Calusco

di Giuliana Ubbiali

Maria Colleoni è stata raggiunta dai carabinieri nella sua abitazione, Silvia Panzeri è stata rintracciata successivamente. Il mandato d’arresto eseguito nella mattinata di venerdì 9 dicembre. Le due donne sono state portate in carcere a Bergamo

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«L’ultima volta che l’ho visto sarà stato tre o quattro mesi fa, qui per strada». Il sindaco di Calusco d’Adda, Michele Pellegrini, conosce di vista e di fama l’ex eurodeputato Antonio Panzeri per i suoi incarichi sindacali e politici. È sorpreso e colpito anche dalla seconda notizia della giornata, che arriva nel pomeriggio. La prima, sconvolgente, è il fermo di Panzeri, in Belgio, in un’inchiesta per corruzione e riciclaggio .

Oltre a lui sono state arrestate la moglie e la figlia, in esecuzione di un Mandato di arresto europeo (Mae). Maria Colleoni, 68 anni, era in casa a Calusco. La pattuglia con i carabinieri in divisa è arrivata con altri militari di Bergamo in borghese, in tarda mattinata. La figlia Silvia, di 38 anni, che abita nel Milanese, è stata rintracciata in un secondo momento. I carabinieri hanno notificato il Mae anche nei suoi confronti. Entrambe si trovano nel carcere di via Gleno, in attesa delle prossime decisioni delle autorità giudiziarie. Quella italiana, sulla convalida del Mandato di arresto che per Bergamo compete alla Corte d’Appello di Brescia . Poi bisognerà capire che cosa vorranno le autorità belghe, se cioè chiederanno il trasferimento delle due donne. Madre e figlia hanno nominato due avvocati di fiducia. Uno è Nicola Colli, con studio in città: «Non posso dire nulla». Vorrà prima incontrare le sue assistite e capirne di più anche attraverso i documenti, nella non facile condizione di un’indagine a mille chilometri di distanza. Qui sono stati eseguiti i provvedimenti, stop. Non ci sono state perquisizioni al contrario di quanto avvenuto in Belgio, in 16 tra case e uffici, in diversi quartieri di Bruxelles.

Corruzione e riciclaggio, nel vincolo di un’associazione per delinquere, sono le ipotesi di un’indagine ampia e con più persone coinvolte iniziata la scorsa estate. Il sospetto degli inquirenti di Bruxelles è che siano arrivati denari e doni dal Qatar per influenzare decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo. Più in dettaglio, corruzione di funzionari. Ma nel corso delle indagini sarebbero emersi anche riferimenti a fondi europei destinati all’Africa.

Si vedeva a Calusco, ma le attività di Panzeri sono ancora a Bruxelles, dove si trova la ong «Fight impunity» che ha fondato nel 2019. Associazione contro l’impunità e per la giustizia transitoria, è il sottotitolo sulla pagina in cui vengono indicate le finalità. «Ora sono in pensione, ma quando lavoravo alla Fujifilm (azienda elettronica ndr) che ha sede il Belgio lo incontravo anche sull’aereo», ricorda il sindaco. «O mi è capitato di incrociarlo al cimitero, dove andava a trovare la suocera. Altri rapporti non ne avevamo, anche perché siamo su due linee politiche opposte», precisa Pellegrini, a capo della lista civica «Per Calusco» di centrodestra. Panzeri, invece, ha un passato da segretario della Camera del lavoro di Milano, prima dell’esperienza da eurodeputato. Orazio Amboni, della Cgil, si ricorda del periodo in cui Cofferati era segretario nazionale. «Una minoranza, tra cui io e Panzeri (ma lui contava), non era d’accordo con la linea intransigente. C’era il gruppo dei 49, i pensatori, una minoranza riformista e laburista. Quando era eurodeputato gli scrissi per i migranti, non mi rispose. Poi ha fatto altre scelte, si è spostato dal Pd. Ammesso che sia tutto vero, mi spiace perché si rovina lui e si getta un’ombra su una parte politica».

9 dicembre 2022 (modifica il 10 dicembre 2022 | 15:34)